Associazione Famiglia del Cuore Immacolato e di San Francesco

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Vita di penitenza

«Il Signore concesse a me, frate Francesco, di cominciare a fare peni­ten­za».
Anche a noi, sue figlie, che costituiamo l’«Ordine dei Fratelli della Penitenza», san Fran­cesco morì raccomandando di «far pe­ni­ten­za con la benedizione di Dio». Il modello è lui, e dobbiamo sforzarci di ricopiarlo, così come facevano i primi fra­ti con grande fervo­re.
San Massimiliano diceva: «Penitenza, pe­­ni­tenza, penitenza, ripeté l’Immacolata a Bernadette; e non è questo il fine del nostro Or­di­ne? dell’Ordine dei penitenti? Non con­vie­ne soprattutto a noi accettare questo in­vi­to dell’Immacolata e portarlo su tutta la terra, e ciò per tutti i tempi?...».
La conformità a Gesù Crocifisso, il completamento nella propria carne di ciò che manca alla Passione di Gesù, la fecon­dità soprannaturale del patire per la salvezza delle anime, l’espiazione delle colpe pro­prie e altrui, debbono essere il movente e lo scopo della nostra quotidiana penitenza.

La penitenza deve essere sia interiore che esteriore, vera e forte, come quella del Serafico Padre san Francesco e dei suoi figli migliori. La vita francescana non può essere tale se non è modellata sul Padre Serafico, «immagine perfettissima di Gesù Crocifisso», come lo chiama la Chiesa nella Liturgia.


La penitenza della fedeltà pura alla vita comunitaria, la penitenza del dovere compiuto con ogni perfezione, la penitenza nelle forme francescane più caratteristiche e concrete: digiuno, piedi nudi, abito sempre indosso, capelli corti, niente vacanze né altri comforts: questa deve essere la penitenza vissuta nelle nostre comunità.

Dove e quando?