Associazione Famiglia del Cuore Immacolato e di San Francesco
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Via dell'Immacolata, 6
83040 Frigento (AV)
Italia
Vogliamo essere comunità di sorelle in Cristo, figlie del Padre comune, coadunate dallo Spirito Santo Amore. Piccola famiglia di cui l’Immacolata è Madre e Regina. Vogliamo vivere in fraternità di amore scambievole che trae vita dalla pienezza della donazione a Gesù presente realmente e personalmente nell’Eucarestia – centro e cuore della comunità – presente misticamente nelle sorelle, specialmente nelle più piccole, nelle «minori»; presente in tutte le creature le quali solo «in Lui hanno consistenza» (Col 1,17).
In seno alla Chiesa e fra gli uomini è questa testimonianza di amore plenario che siamo chiamate a dare in umiltà e semplicità, in castità e letizia: come san Francesco e i primi compagni.
La misura della nostra carità fraterna deve essere Gesù stesso: «Come Io vi ho amato, così amatevi anche voi gli uni gli altri» (Gv 13,34). La rinuncia a sé ne è il presupposto insostituibile; l’amore di Gesù ne è il contenuto e l’essenza. La disponibilità e dedizione alle sorelle corrispondano al pensiero delicatissimo di san Francesco: «Se la madre ama e nutre il suo figliuolo carnale, quanto più amorevolmente non deve ognuno amare e nutrire il suo fratello spirituale?» (Reg VI).
Perché san Massimiliano Maria Kolbe voleva la vita francescana «nella luce dell’Immacolata»?
La risposta è semplice e luminosa: perché soltanto nell’Immacolata la vita francescana tocca il vertice della sua perfezione e fa raggiungere la massima conformità a Gesù, che è tutta la nostra santità (cf Rm 8,29).
Una preziosa novità di questa famiglia religiosa è costituita dal Voto mariano della consacrazione illimitata all’Immacolata. Questo è il primo dei voti, seguito dagli altri tre voti di obbedienza, povertà e castità, che sono comuni a tutti gli altri Ordini e Istituti religiosi.
Il Voto mariano riveste e riempie di «marianità» tutta la vita evangelica francescana e porta ad assimilare ogni nostra casa a Santa Maria degli Angeli, la «Porziuncola» di Assisi, dove i frati con san Francesco, sotto gli occhi materni di Maria, vivevano una «vita veramente angelica», come scrive il primo biografo di san Francesco, il beato Tommaso da Celano. Il Voto mariano porta, ancor più, a trasformare i frati e le suore nell’Immacolata Mediatrice, per essere sua presenza di grazia dappertutto, impegnandoli a cooperare alla stessa missione di Mediatrice universale dell’Immacolata.
La «marianità» è la caratteristica singolare delle nostre comunità. La marianità è l’eredità di Santa Maria degli Angeli donataci da san Francesco d’Assisi, è il patrimonio spirituale lasciatoci da san Massimiliano M. Kolbe. L’Immacolata è l’aurora di ogni salvezza per il singolo e per l’umanità intera. Far vivere l’Immacolata in noi e portare l’Immacolata «in ogni cuore che batta sulla terra»: questo era l’ideale di san Massimiliano M. Kolbe e questo è l’ideale nostro.
Missionarietà su tutta la terra
Uno dei frutti primari del Voto mariano è la missionarietà a tutto campo per raggiungere ogni uomo a cui donare Colei che è la Genitrice di Cristo in ogni cuore che batte sulla terra.
È appassionante questa aspirazione e tensione a salvare tutte le anime attraverso l’Immacolata Mediatrice, magari spostandosi da un continente all’altro per aprire nuove stazioni missionarie.
Periodo di
Postulandato
San Francesco e santa Chiara d'Assisi, san Massimiliano M. Kolbe e san Pio da Pietrelcina: è questa la mistica "quadriglia" della nostra Famiglia religiosa. Sono essi i nostri modelli della più genuina vita francescana e mariana.
San Francesco nacque ad Assisi nel 1181. Figlio di un mercante, aspirava a entrare nella cerchia della piccola nobiltà cittadina. Per questo cercò di diventare cavaliere, finché comprese di dover servire solo il Signore. Si diede quindi a una vita di penitenza e solitudine in totale povertà, dopo aver abbandonato la famiglia e i beni terreni. Nel 1209 iniziò a predicare il Vangelo nelle città, mentre si univano a lui i primi discepoli. Con loro si recò a Roma per avere dal papa Innocenzo III l'approvazione della sua scelta di vita. Dal 1210 al 1224 peregrinò per l'Italia: dovunque accorrevano a lui folle numerose e schiere di discepoli che egli chiamava “frati”, cioè “fratelli”. Accolse poi la giovane Chiara che diede inizio al Secondo Ordine francescano, e fondò un Terzo Ordine per quanti desideravano vivere da penitenti, con regole adatte per i laici. Morì la sera del 3 ottobre del 1226 presso la chiesa di Santa Maria degli Angeli ad Assisi. È stato canonizzato da papa Gregorio IX il 16 luglio 1228. Papa Pio XII ha proclamato lui e santa Caterina da Siena Patroni primari d’Italia il 18 giugno 1939. I resti mortali del “Poverello d’Assisi” sono venerati nella Basilica a lui dedicata ad Assisi, precisamente nella cripta della chiesa inferiore.
San Massimiliano M. Kolbe nacque nel 1894 a Zdunska-Wola, in Polonia. Entrò nell'ordine dei francescani e, mentre l'Europa si avviava a un secondo conflitto mondiale, egli svolse un intenso apostolato missionario in Europa e in Asia, fondando due Città dell'Immacolata. Ammalato di tubercolosi, san Massimiliano diede vita al «Cavaliere dell'Immacolata», periodico che raggiunse in una decina d'anni una tiratura di milioni di copie. Nel 1941 venne deportato ad Auschwitz. Qui fu destinato ai lavori più umilianti, come il trasporto dei cadaveri al crematorio. Nel campo di sterminio il Santo offrì la sua vita in cambio di quella di un padre di famiglia, suo compagno di prigionia. Morì il 14 agosto 1941. Giovanni Paolo II lo definì «Patrono del nostro difficile secolo».
Santa Chiara nacque ad Assisi, nel 1193, dalla nobile famiglia di Favarone degli Offreducci. Attratta dall’esempio di san Francesco, la notte della domenica delle Palme 1212 abbandonò la casa paterna e, alla Porziuncola, abbracciò la forma di vita evangelica sulle orme del Signore e della sua Santissima Madre. La sua vita si consumò nel piccolo chiostro del monastero di San Damiano, in una gioiosa sequela di Cristo povero e crocifisso. Con lei nacque una nuova forma di vita, quella delle Sorelle Povere, poi chiamate Clarisse. Santa Chiara rimase inferma per lunghi anni. Malgrado ciò continuò ad essere per le sue sorelle una madre premurosa, una guida sapiente e un esempio di vita veramente evangelica. Morì l’11 agosto 1253 a San Damiano.
Francesco Forgione nacque a Pietrelcina il 25 maggio 1887, figlio dei contadini Grazio Forgione e Giuseppa De Nunzio. Il 22 gennaio 1903, a sedici anni, entrò nell’Ordine dei Frati Minori Cappuccini, presso il convento di Morcone: il 22 gennaio, ricevendo il saio, prese il nome di fra Pio da Pietrelcina. Divenne sacerdote sette anni dopo, il 10 agosto 1910. Nel 1916 venne trasferito a San Giovanni Rotondo, nel convento di Santa Maria delle Grazie. Qui, per oltre cinquant’anni, svolse il suo ministero sacerdotale, accordando a numerose persone il perdono di Dio nel sacramento della Confessione. Il 20 settembre 1918 fu insignito del dono delle stimmate. Morì il 23 settembre 1968, a 81 anni. I suoi resti mortali sono venerati a San Giovanni Rotondo, nel santuario a lui dedicato.